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domenica 20 marzo 2011

Cuccette per signora.


Cuccette per signora di Anita Nair.


Il libro racconta la storia di una donna indiana alla ricerca della felicità. Ha bisogno di sciogliere i nodi del suo grosso gomitolo di spago che ha avvolto per quarantacinque anni. Per trovare la felicità, prende un treno e condivide il suo viaggio con altre cinque donne che sdraiate in cuccette per signora raccontano le loro vite e aiutano Akhila a non sentirsi più una brutta copia della persona che è, ma solo l'originale. Donne diverse ma simili, amori- sofferenze- bisogni- sogni, è per tutte uguale il bagaglio su questo treno... Una terapia molto utile quella di raccontare a delle sconosciute la propria vita perchè non si ha la paura di essere giudicate, una libertà per le donne indiane di Anita Nair che non sempre possono permettersi.
Gli ingredienti del libro: l'India prima di tutto, poi le ricette come il riso al lime o allo yogurt, il Puri un pane leggero e croccante, gli odori delle spezie, i tessuti che avvolgono le donne di sete colorate, il trucco, i gioielli...ma anche tristezza, ironia, sensibilità. La purezza che traspare da queste donne è paragonabile ad un bracciale di vetro fragile. Ma il cuore non è come un braccialetto di vetro?  Un momento di distrazione e si spezza....Buona lettura
"...ma quella mattina, quando si svegliò, destata da una moschina con ali garzate e l'agile corpo nero, una moschina errabonda e irrequieta, che ronzando le aleggiava sul viso, Akhila percepì dentro di sé una singolare sensazione vagabonda. Conseguenza del sogno della notte precedente, pensò.
La mosca le si posò sulla fronte per un impercettibile istante, sfregandosi energicamente le zampine. E' quel che usano fare sempre le mosche; caricano e scaricano malattie e disperazione. Ma questa, da poco cresciuta, non aveva nulla da liberarsi, se non germi di irrequietudine. Akhila la scacciò con un gesto del braccio, ma la mosca aveva compiuto la missione che s'era prefissa. Nel rosso flusso di sangue e di pensieri le si insinuò un groviglio di desideri simili a tarli, finchè Akhila avvertì una gran voglia di salire su un treno. Di partire. Di andare da qualche parte che non fosse ancorata alla terra come questa città di Bangalore. Magari alla fine del mondo. Del suo mondo, almeno. Kanyakumari...."

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