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martedì 7 giugno 2011

Concorso Itàca Contest...


Ho partecipato anch' io al concorso internazionale di parole e immagini, Itàca <In viaggio verso casa>. 
Tre sezioni, il racconto breve, la fotografia, l'illustrazione; il tema era il viaggio, una Itàca ideale....
Il concorso è  <dentro> il Festival del Turismo responsabile, migranti e viaggiatori, Bologna dal 22/29 maggio 2011.
Io ho scelto la sezione del racconto breve e mi sono divertita nel favoleggiare una mia esperienza recente...

Ora pubblico la mia opera!! (non ho vinto ma sono serena lo stesso! ). Buona lettura!


Viaggio verso il Bò.    

Il primo aprile le ferrovie sono in sciopero e tutti i treni regionali soppressi, non è uno scherzo arrivare alla stazione di Orte e prendere l’intercity.
Carrozza sette, posto mediano, a sinistra una signora inglese, a destra una suora coreana e davanti a me un prete di colore.
Un viaggio non spiritoso ma spirituale, fede, natura, preghiera, anime resurrezione.
Bologna Centrale, scendo dopo aver ricevuto due baci dalla suorina che per tre ore mi ha fatto credere che ho un’anima speciale. Hotel Emù terzo piano camera trecentoventisei. Libero i piedi dagli stivali, una doccia veloce, poi mangio una piadina e rileggo la dispensa che l’azienda mi ha lasciato alla prima selezione.
La notte passa in bianco e nero un dormiveglia.
Alle sei e trenta mi alzo, preparo abiti e trucco, faccio colazione con un caffè deca.
Fuori dall’hotel prendo l’autobus timbro il biglietto e dopo un’ora di viaggio sono al capolinea.
Cammino per circa ottocento metri e finalmente arrivo nell’azienda, dove mi aspetta il secondo colloquio. Sventolano le bandiere della ditta di colore bianco, verde, e rosso sopra le nostre teste, candidati provenienti da tutta Italia lì per un lavoro.
Due ragazzi ci fanno accomodare in una sala; ascolto le loro strategie di vendita e cosa cercano veramente.
Non è me che cercano, non ho i numeri, non funzionano né il trucco né il decaffeinato, la mia esibizione è un disastro, la voce trema, la mente è vuota, e non ho parole….
Devo parlare di una macchina speciale prodotta dalla MD, ma io ho in mente solo il volto del prete e della suora che ho incontrato in treno e le loro parole: <non ti smarrirai >. Ho in testa anche la canzone di Tricarico <Tre colori>, le bandiere all’esterno dell’azienda sono simboliche ma non ci vedo l’Unità d’Italia. Nella bianca vedo la mia arresa, nella verde la speranza di superare il colloquio, nella rossa il sangue che devo sputare per superare le prove di selezione.
Sono eliminata al primo round, prendo il borsone e insieme con altre anime lascio la zona industriale. Saliamo nell’Opel di un ragazzo di Cosenza in sei, siamo i primi <scartati> ma non per questo i migliori, ridiamo e sparliamo della selezione da talent scout.
Bologna Centrale, il ragazzo di Cosenza va via con la sua macchina dotata di navigatore, noi con i biglietti in mano andiamo ognuno al binario di partenza.
Io ho il sette, un bel numero, come i lavori che ho svolto sino allora nella mia vita.
Ritorno con un bagaglio più pesante, i sorrisi e la tristezza di chi come me è alla  ricerca di un’occupazione.
Carrozza cinque, poltrona accanto al finestrino numero quarantadue, c’è una mamma marocchina con suo figlio in braccio, un uomo cinese e una ragazza Ucraina. Tanti colori, qualche sorriso e poi tutti se ne vanno nel mondo dei sogni. Dal finestrino guardo il paesaggio scorrere, saluto le pecorelle al pascolo perché portano fortuna e smarrita come non mai torno a casa.

Fine.









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