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giovedì 8 gennaio 2015

Henri Cartier Bresson

Al museo dell'Ara Pacis a Roma, sino al 25 gennaio c'è la mostra fotografica di Henri Cartier Bresson.
Il fotografo inizia il suo lavoro intorno al 1920 e lo svolgerà sino al 2000. 
I suoi lavori sono diversi, lo stile non è statico, è un uomo che gira il mondo, che vive e vede le cose in base alle circostanze, l'esposizione mostra la sua evoluzione, non vediamo un solo Bresson ma ne vediamo tanti.
E' il racconto del cammino artistico del fotografo e il viaggio nella storia del Ventesimo secolo attraverso i suoi occhi.
Surrealismo, Guerra Fredda, Guerra Civile Spagnola, seconda Guerra Mondiale, la Decolonizzazione...
Belle foto, il bianco e il nero, il surrealismo, il ritmo quotidiano, la vita, la storia.
Foto, film, dipinti, tutta l'arte di Henri Cartier Bresson è appesa sui muri dell'Ara Pacis, museo moderno che non conoscevo e che ho apprezzato molto.
Un grande fotografo che scatta la realtà, rivela più che inventa, niente flash e tagli di immagine, è l'occhio che decide. 
Che dire... il suo occhio non è per niente miope, sa aspettare immobile che arrivi la sorpresa per fotografarla e nello stesso modo lui si muove, non è mai fermo.


"La fotografia è un mezzo di comprensione che non può essere separato dagli altri mezzi di espressione visiva. E' un modo di urlare, di liberarsi, non di dimostrare o affermare la propria originalità. E' un modo di vivere."

"Per me la fotografia non è un lavoro, ma piuttosto un duro piacere; non cercare niente, aspettare la sorpresa, essere una lastra sensibile."

"Sono gli scatti a trovarmi e non il contrario".

"Il momento dello scatto si colloca a metà strada tra il gioco del borsaiolo e del funambolo. Un gioco perpetuo, accompagnato da una tensione estrema."




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