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domenica 18 gennaio 2015

Hungry hearts

Hungry hearts è un film di Saverio Costanzo che trae ispirazione dal romanzo "Il bambino indaco" di Marco Franzoso. 
Mina e Jude sono i protagonisti, il loro incontro avviene in una toilette di un ristorante cinese, c'è subito intesa, e quasi subito diventano genitori e si sposano.
Ballano al matrimonio al ritmo delle canzoni "What a feeling" e " Tu si' na cosa grande".
Nasce il bambino, lei, dopo un colloquio con una vegente durante la gravidanza, crede che suo figlio sia speciale, un bambino indaco.
Il bambino viene nutrito in modo vegano, semi oleosi, frutta, zuppe di verdure, non viene mai fatto uscire da casa per paura di fargli perdere la purezza.
In casa sia Mina che Jude si lavano le mani in ogni momento, non frequentano più amici ne invitano nessuno, nel terrazzo lei costruisce una piccola serra per coltivare verdure a km zero...
Per amore di Mina, Jude, in un primo momento accetta questo tipo di nutrizione e il modo in cui sua moglie alleva il loro bambino, ma quando suo figlio ha la febbre, lo porta da un medico senza il suo permesso, e scopre che è sottopeso e malnutrito.
Iniziano i primi litigi, si viene a perdere la fiducia, si è sempre uno a controllare l'altro...
Lui cerca di inserire nell'alimentazione del bambino delle proteine e lei lo depura con oli vegetali. 
Il figlio diventa proprietà assoluta della madre, non vede altro, non c'è più il matrimonio, c'è solo la protezione del suo bambino speciale.
Con la complicità della madre, Jude decide di portare suo figlio via da casa e dalla moglie, visto che i servizi sociali sembra non possano fare molto per difendere questo piccolo bambino.
Lei invece di curarsi e ritornare in se, pensa solo  che suo figlio non può vivere con la nonna, quella casa non va bene, e tenta di riprenderselo.
Il bambino torna con la madre grazie ai "servizi sociali", Jude è triste e preoccupato per la vita di suo figlio, la nonna è preoccupata sia per il nipote che per il figlio...
Il finale non lo scrivo.
Che dire del film?
L'amore grande si trasforma in un incubo, una madre perde il controllo, la rigidità delle idee porta alla malattia. 
Un ciclo passa attraverso questa pellicola, nascite, amori, dolore, morte.
Cuori affamati, di amore, di affetti mancati, di cibo.
Tutte le mamme proteggono il loro figlio, ma in un abbraccio o avvolgendolo in una calda coperta.
Non mi va di giudicare questa mamma dal cuore vegano, ne suo marito, ne sua madre, ma vorrei spendere due parole per i servizi sociali.
Nel film si può  vedere come la persona che denuncia una problematica non viene ascoltata sul serio, i casi non vengono analizzati, occorrono prove che al momento non puoi avere ma le avrai solo quando è troppo tardi ...(succede anche nella realtà)


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