Il film è ispirato ad un testo di Pirandello, L'Innesto, sono passati cento anni da quando questo pezzo è stato portato al teatro di Milano suscitando critiche per l'argomento, una donna che tenta di avere un figlio, al lavoro viene violentata e di seguito scopre di essere incinta...
Il film che Placido racconta è lo stesso, siamo andati avanti, è passato il tempo, ma questo argomento è sempre fonte di critche, scegliere di avere il figlio di uno sconosciuto non è facile, sia per la donna che lo porta dentro di se, sia per il marito che non vedrà mai quel bambino come suo figlio.
E' stato definito un thriller sentimentale, infatti c'è suspense, non sappiamo fino alla fine del film, cosa i protagonisti scelgono di fare, la violenza subita ha modificato il loro equilibrio di coppia, chi cerca di mascherare il colpevole, chi tiene dentro di se il dolore, chi non vuole il bambino e chi si, si amano ma qualcosa li ha divisi.
Un'altalena di si, no, fare, non fare.
Scegliere non è mai facile, soprattutto quando si parla di bambini, di famiglia, di una vita che puoi far nascere o non, di un bambino che puoi vedere come il figlio del tuo violentatore.
Vedendo il film, non si preferisce il comportamento di Laura a quello di Giorgio, ma si parteggia sia per l'uno che per l'altro, è difficile scegliere con chi schierarsi, non c'è "scelta" direi!
Bel film, un po' lento, ma i canti e le musiche svegliano anche il pubblico più sonnacchioso.
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