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mercoledì 18 novembre 2015

La pazza della porta accanto

Leggere, ascoltare musica, vedere film, andare al teatro, passeggiare in un parco, investire così il  tempo è un modo per nutrire l'anima.
Domenica scorsa (15 novembre) diverse persone, (me compresa), hanno scelto di passare un'ora e venti al Teatro Nuovo di Spoleto, per vedere lo spettacolo "La pazza della porta accanto", di Claudio Fava, con Anna Foglietta e la regia di Alessandro Gassmann.
Un atto unico, commovente.
Un minuto di silenzio, per i morti dell'attentato terroristico avvenuto il venerdì a Parigi,  ha preceduto l'inizio dello spettacolo.
Alda Merini (interpretata da Anna Foglietta), entra in manicomio e perde le sue impronte digitali e i suoi abiti.
Condivide le sue giornate con altre malate e fuma con loro qualche sigaretta.
(In manicomio la notte non è felice, i pensieri non hanno luce). 
L'elettroshock dovrebbe aiutarla a trovare la luce, a sciogliere il buio che ha dentro di se.
(Non c'è altro modo per sciogliere questo buio?)
Alda continua a scrivere poesie anche li dentro, di parole ne ha troppe.
Poi s'innamora, vive la passione con un giovane malato del manicomio, il suo corpo è libero come le parole che lascia scritte sui fogli bianchi.
Regole, medicine, sbarre, chiavi, porte che si aprono e si chiudono, urla, tante urla, gente che muore, questo è il manicomio. 
(Domani qui dentro è già passato)
Ma un giorno arriva nella sua stanza lo psichiatra e le porta la valigia e le sue "impronte", lei è libera, può tornare a casa.
(...e te pensi che la fuori sia meglio?

Uno spettacolo che ho guardato con gli occhi lucidi
Bella la scenografia, i colori, la musica
....cerco l'estate tutto l'anno



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