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lunedì 22 agosto 2011

Il castello dei Pirenei.

Il castello dei Pirenei, un libro di Jostein Gaarder dove l'amore, il caso, il destino viaggiano dentro questo romanzo sino alla fine, lasciando il lettore con dubbi e domande su cosa credere ....
Un uomo e una donna si incontrano dopo trent'anni nello stesso albergo dove i due si erano lasciati, sarà stata casualità? destino? la forza del pensiero? Dopo questo incontro decidono di rimanere in contatto attraverso delle e-mail e così i due raccontano il loro passato e il perchè si siano lasciati.
Due visioni del mondo diverse separano i due innamorati che nonostante abbiano tutti e due una nuova famiglia non hanno mai smesso di pensare l'uno all'altra.Lui è un ateo e materialista studioso di materie scientifiche, lei un'umanista convinta che a governare i destini siano delle forze superiori, e lei stessa ha il dono di prevedere degli eventi. Lo scambio di e-mail tra i due è molto intenso, si ripercorre la loro storia e si conoscono le loro filosofie, credere o non credere a ciò che non possiamo spiegare, essere convinti che dopo la morte ci sia vita, i sogni non sono parte del nostro inconscio, possiamo solo attenerci ai fatti e proporre ipotesi e teorie se queste hanno un fondamento su qualcosa di conosciuto...Credere o non credere, alla fine, quando siamo vicini alla morte ,abbiamo tutti paura di cosa ci aspetta...Non c'è mai certezza.
Gli ingredienti del libro: filosofia, informazione, spiritualità, dialogo, amore, lettere, passato presente e futuro in un romanzo che sino alla fine lascia il lettore perplesso...
I luoghi dove i due protagonisti, Steinn e Solrun,vivono, (Oslo e dintorni) sono bianco ghiaccio, fiordi, laghetti gelati, ma ogni tanto c'è il colore dei fiori e della natura che rende la coppia meno fredda e fa incuriosire il lettore! I luoghi così gelidi, da brivido, erano molto adatti ad un libro giallo ma questo romanzo si può considerare un piccolo giallo sull'esistenza umana..
Buona lettura

...Molta parte del peso della fede nella rivelazione poggia sull'idea che la vita in questo mondo sia solo un porto di transito sulla strada verso il capolinea celeste. In questa ottica la vita terrena è meno importante di quanto lo sarebbe se non ci fosse nell'aldilà un'esistenza più intensa e più pura.
In qualità di ricercatore in climatologia non mi stancherò mai di ricordare che forse abbiamo soltanto questo pianeta a cui aggrapparci. Molta gente però è dell'idea che forse non è così importante averne cura, perchè per i credebti il giudizio e la salvezza di Dio sono comunque imminenti.....
...Ma certo Steinn. Conserveremo il pianeta con cura. Io però credo che dovresti essere superiore e astenerti dall'incolpare i credenti della distruzione della Terra. Suppongo anzi che molti di noi credenti abbiano più rispetto per la natura di coloro che non credono in nulla. non trovi che il consumismo eccessivo e insensato in gran parte del mondo sia un attacco di puro materialismo? L'esatto contrario di un atteggiamento spirituale....
....Forse hai ragione, mi arrendo volentieri. Non ho davvero nessuna prova per sostenere che quanti credono in una vita dopo questa si assumano meno responsabilità per il futuro del pianeta rispetto a coloro che non condividono questa visione: Sottolineo solo il pericolo dell'adagiarsi sull'idea che "cielo e terra passeranno" e che ai credenti spetta un nuovo mondo dopo la redenzione.....

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