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venerdì 28 maggio 2010

Fatti più in là...

Water Violet    

Sara è la responsabile vendite dell’intero piano di cosmetica del negozio “ Aria”.
Sempre impeccabile nel vestire, educata nel parlare, si muove con l’eleganza che noi colleghe non riusciremo mai ad avere.
Lei è così, ha un fascino naturale.
Sottile è il tono della sua voce e non ama chi fa rumore invece di parlare.
Mai una discussione, un rimprovero, un caffè fuori dal lavoro.
Lei, il nostro capo, non sciupa parole per comandare di fare questo o quello, non chiede, preferisce farlo da sola.
Sappiamo che è single,che vive incollata alla sua casa e che non ha una vita sociale.
Aveva un’amica che gli ha combinato un grosso guaio, da quel momento Sara non gli ha più rivolto parola.
Selettiva, guarda tutti dal basso in alto e non accenna mai una critica.
Quando abbiamo bisogno di consigli è l’unica che usa la testa e noi approfittiamo della sua abilità, ha sempre la soluzione giusta.
Che specie ”rara” di donna è mai questa, ci chiediamo? Non s’interessa mai degli affari degli altri.
Silenziosa nei sentimenti, orgogliosa, non vuole delusioni.
Presuntuosa, ha detto di non aver bisogno di nessuno.
Sono venti giorni che non viene al lavoro perché ha un forte dolore al collo e alla schiena.
Sono quaranta giorni che è in malattia e nessuno ha potuto farle visita.
Sono sessanta giorni che non abbiamo più sue notizie.
Sara è sola.
Così attenta alla sua compostezza interiore che non le riesce nemmeno di versare qualche lacrima.
Sara si è ritirata nel suo castello.
La vedo affacciata alla finestra mentre passo in bicicletta davanti alla sua casa.
Guarda lontano.
Mi sento inseguita, lo sguardo che ho visto nei suoi occhi, mi fa pensare, che per lei sono irraggiungibile.
Stravolta arrivo al lavoro e convoco le mie due colleghe.
Clara mi chiede: ”Cosa ti è successo?”.
Rispondo: ” Ho visto Sara e credo abbia bisogno d’aiuto”.
Mariella risponde: “ Non ha mai desiderato il nostro aiuto”.
Clara ride e dice: ” Possiamo mandarle un po’ di lavoro a casa, forse sente la mancanza?”.
Io dico: “ Forse ha fatto bene ha non darvi troppa confidenza, visto che siete due oche”.
Mariella si difende: ” Se lei non era così snob l’avrei aiutata”.
Clara si scusa: “Non pensavo fosse una cosa seria, posso fare qualcosa per lei?”.
Io rispondo che neppure io so in che modo possiamo aiutarla.
Clara mi suggerisce di usare la mia carta vincente.
Ricevo il suo messaggio e credo anch' io che sia la mia unica possibilità.
Le ruote della bici girano veloci e spero che inizi a girare in positivo anche la vita di Sara.
Suono il campanello e la porta si apre.
Lei si mette seduta in una poltrona.
Imbarazzata non so come comportarmi poi credo che la cosa più giusta da fare è sedermi, lei non ama baci e abbracci.
Guardo l’ordine che c’è in casa, e provo la sensazione d’inavvicinabilità, è lei che riflette.
Il sacrificio è grande, ma devo tentare di comunicare con lei.
“Ti posso aiutare?”
“No, grazie sto bene”.
“Io sono testarda come te, ho rinunciato per molto tempo all’amore della mia famiglia e dei miei amici e quando mi sono resa conto di averne bisogno, è stato troppo tardi.
Bisogna abbandonare l’idea che siamo onnipotenti, ed avere l’umiltà di accettare l’aiuto degli altri”.
“ Vorrei anch’ io lasciare questo mio orgoglio che mi proibisce di chiedere”.
“ Non ti preoccupare lo faremo andare via, uscirà, e ti renderà libera”.
Sara ha un bellissimo giardino ed è lì che iniziamo a lavorare.
Lei finalmente si piega, piantiamo diverse piante, le rose rosa, e violette d’acqua lungo la riva del laghetto del giardino.
Il faticoso lavoro di giardiniera e l’essersi rivelata a me, la rende più sciolta.
Entriamo in casa e senza parole per la stanchezza, ascoltiamo il silenzio.
La sveglia sopra il mobile di vimini segna le quindici e io devo proprio andare al lavoro.
Le dico: “Cara Sara ora devo andare, ma non ti libererai di me!”.
Lei accenna un sorriso e prende la busta che io ho portato da casa.
Il volume della sua voce è più alto del solito e mi dice: “ Leggerò il libro e se la cosa mi convince, assumerò le gocce del rimedio floreale Water Violet”.
Esco dalla sua casa, mi sento leggera, come se il peso che lei aveva dentro, in un certo senso aveva gravato anche su di me.
Lei cambierà, diventerà meno orgogliosa,più umile,aprirà il suo cuore,ma
non diventerà mai come noi colleghe, lei sarà sempre la più elegante perché... la classe non è acqua.
Liquirizia

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